Molte sono le leggende che accompagnano l’umanità fin da quando il
primo ominide scese dagli alberi e camminò nella savana in cerca del suo posto
nel mondo.
Una di queste è una leggenda molto
antica e nessuno sa dire esattamente quando è stata narrata per la prima volta.
Parla di come Dio creò l’uomo e
Versioni successive della sua storia
parlano di un angelo incaricato di sterminare la sua progenie quando fosse
venuta al mondo, ma non ci sono angeli oggi, in questo angolo di mondo, c’è
solo Lilith con il suo ultimogenito ed un Wendigo come animale da compagnia.
Presto non saranno soli, gli altri figli di Lilith stanno arrivando.
#31
DANZANDO CON IL DIAVOLO
1.
Frank Drake osserva
il tramonto sul deserto. Per l’ennesima volta si chiede se ha agito in maniera
corretta. Che diritto aveva di coinvolgere coloro che l’hanno seguito in questa
pazzesca crociata e cosa gli fa credere che proprio loro hanno qualche speranza
di sconfiggere Lilith? L’ultima volta
-Un soldo per i suoi pensieri, Frank.-
A
parlare è stata Donna Garth, uno dei membri del suo gruppo, un essere umano
assolutamente normale, a parte il fatto che è molto bella e se ne rende ben
conto.
-Non valgono tanto… ehm... devo chiamarla
Mrs. Mason o…-
-Puoi chiamarmi Donna… e dimenticarti di mio…
marito.- replica lei ed il modo in cui pronuncia la parola marito non è molto
lusinghiero.
-Donna… va bene. Mi stavo solo chiedendo se
ho fatto bene a portarvi tutti qui. Specie quelli come te… senza abilità
particolari, intendo.-
-Come anche te, del resto. Da parte mia posso
dire che non avresti potuto tenermi lontana. Sono il solo tramite con mio padre
e non chiedermi come lo so, ma sono sicura che sta arrivando.-
Frank
sorride. Sono passati troppi anni ormai da quando era scettico sui presagi e le
sensazioni. Del resto il padre di Donna, Simon Garth, è uno zombie. La sua
tomba è stata trovata vuota recentemente.[2]
Dovunque sia, lo Zombie seguirà sempre il richiamo dell’amuleto di Damballah
che sua figlia porta appeso al collo. Su questo lei non ha dubbi e nemmeno
Frank, in fondo.
-Non sono diventata una gran bella persona
con gli anni…- continua Donna -… ma qui, oggi, forse posso fare qualcosa di
buono.-
-Anche a costo della tua vita?-
-Ci sono cose peggiori della morte, lo
sappiamo bene entrambi, Frank.-
Poco
lontano da lì la scena è osservata da altre due figure: il cacciatore di mostri
chiamato Blade e la sensuale strega che ha nome Marie Laveau.
-Una bella coppia, non è vero?- dice
Blade
la afferra per il polso destro e lo stringe con forza. -Sto facendo un grande
sforzo per non ucciderti adesso, strega.- le dice con voce dura –Non darmi
un’altra ragione per farlo o potrei dimenticare che Drake dice che ci sei utile
contro Lilith.-
-Ti ho punto sul vivo eh, Blade?- mentre
parla, Marie si stringe a Blade e le sue labbra arrivano a pochi millimetri da
quelle dell’uomo –Io potrei davvero farti dimenticare quella smorfiosa, se solo
tu volessi. Non te ne pentiresti Blade, credimi.-
-Scommetto che lo dici a tutti i tuoi amanti,
prima di ucciderli riducendoli a gusci vuoti e rinsecchiti.-
-Ancora arrabbiato con me per quella volta
che volevo usarti per il mio rito di eterna giovinezza? Alla fine ho deciso di
risparmiarti, usando un gentile cameriere al tuo posto ed ho anche impedito a
Dracula di ucciderti.[3]
Dovresti ringraziarmi per questo.-
Blade
la allontana con un movimento brusco lasciandole andare il polso, mentre
replica:
-Certo: grazie per aver ucciso un innocente
al mio posto. Quelli come te dovrebbero essere sterminati, strega, ed è proprio
questo il mio compito.-
-Potresti scoprire che non sono così facile
da uccidere e che è meglio avermi come alleata che come nemica. Alleata e qualcosa
di più, magari.-
-Preferirei dormire con un cobra.- è la
sprezzante risposta di Blade, mentre si allontana dalla parte opposta.
Molto
lontano da lì, in Inghilterra e precisamente a Londra, una giovane donna bionda
esce dal palazzo sede del famosissimo Servizio di Polizia Metropolitana, meglio
noto con il nomignolo di Scotland Yard.
L’ispettore
Katherine Fraser si prepara a tornare a casa dopo una giornata di duro lavoro.
I suoi tacchi ticchettano sul selciato mentre raggiunge la sua auto al parcheggio.
Guidando verso casa, i suoi pensieri tornano all’uomo con cui ha iniziato una
relazione, ovvero Frank Drake, ed inevitabilmente non può non pensare al
diabolico antenato di Frank: il Conte Dracula ed alla morbosa attrazione che il
Signore dei Vampiri esercitava su di lei. Ora Dracula è morto, ma la sua
presenza nella sua vita non si è dissolta. Può sentirlo nei suoi sogni e non
può non chiedersi ogni volta se il suo legame con Drake non sia una sorta di
sostituto di quello che una parte di lei sperava di avere con quell’essere
crudele. Dio Mio, pensa Kate, fa che non sia così. Non lo sopporterei.
Ancora
immersa nei suoi pensieri non fa particolarmente caso al fatto che la nebbia si
è fatta più densa proprio ora che sta parcheggiando. È appena scesa dall’auto,
scoprendo di essere immersa nella nebbia più totale, quando alle sue spalle ode
un ringhio.
Si
volta e davanti a lei c’è un enorme lupo nero con un incongruo ciuffo bianco
fra le orecchie. I suoi occhi rossi brillano nel buio fissandola minacciosi.
Improvvisamente
il lupo muta la sua forma, assumendo quella di un uomo alto dai capelli e la
barba bianchi e con un vestito elegante di foggia ottocentesca: il vampiro
tedesco di nome Deacon Frost.
-Era tempo che c’incontrassimo Miss Fraser.-
dice Frost.
Sorprendentemente…
o forse no… Kate Fraser sorride, mentre risponde:
-Speravo in una sua visita, in effetti, Herr
Frost.
2.
Gli
occhi rossi di Deacon Frost scintillano nel buio appena rischiarato dalla luce
dei lampioni.
-Mi… aspettava?- sibila.
Una
trappola. Il vampiro ora lo capisce. In qualche modo Scotland Yard ha capito
che Katherine Fraser era il suo prossimo bersaglio. Una rete cala dall’alto.
Alle sue estremità sono appese delle trecce d’aglio. Se vi fosse intrappolato
Frost sarebbe privato del suo potere di cambiare forma e sarebbe alla mercè dei
suoi nemici. Rapido come il pensiero, il vampiro dai capelli bianchi muta in
nebbia e scivola via prima che la rete possa solo toccarlo.
-Ci è sfuggito! Fate attenzione! Prendetelo!-
La
voce dell’Ispettore capo Chelm urla ordini uno dopo l’altro, ma tradisce il
nervosismo. Non sono stati abbastanza rapidi. Frost è ancora libero. Può
accadere di tutto adesso.
Dal
nulla appare improvvisamente un grosso lupo nero che piomba su un poliziotto e
lo azzanna alla gola squarciandogliela. Subito i poliziotti fanno fuoco su di
lui, pallottole rivestite d’argento, ma il lupo è già svanito nella nebbia.
Kate
Fraser è ancora appoggiata alla sua auto, quando vede piombare su di lei un
grosso pipistrello dal ciuffo bianco. Punta la sua rivoltella d’ordinanza e
spara, ma il suo bersaglio si è già mutato in nebbia. Di colpo Frost ridiventa
umano, la disarma con irrisoria facilità, la afferra per il collo e si ripara
dietro di lei con rapidità più che umana.
-Attenti!- urla Chelm –Si sta facendo scudo
di lei.-
-Già.- commenta Frost ridacchiando –I vostri
proiettili d’argento ora farebbero più male a lei che a me.-
-Lasciala andare, mostro!- gli intima Chelm.
Frost
si lascia andare ad una sinistra risata.
-Andiamo, Ispettore Capo. Da lei mi aspettavo
di meglio che vuote e sterili minacce. Miss Fraser resterà con me finché mi
aggraderà e poi…chissà… potrei anche restituirvela… anche se non garantisco che
sarà ancora… integra.-
-Non pensi a me, Ispettore…- urla Kate –Lo
uccida adesso!-
-Silenzio, Fräulein, nessuno l’ha
interrogata.-
Frost
preme un punto del collo di Kate e lei sviene, poi il vampiro dai capelli
bianchi muta in un gigantesco pipistrello, che tiene ben salda la giovane donna
tra gli artigli. Prima che i poliziotti, timorosi di colpire Kate Fraser,
possano anche solo pensare di sparare, il pipistrello è ormai troppo lontano.
Mio
Dio, pensa Chelm, l’intera operazione è fallita ed ora la povera Kate potrebbe
pagare il prezzo della nostra incompetenza.
Sull’altra
sponda dell’Atlantico una giovane donna cammina nervosamente lungo i
marciapiedi di New York. Il suo nome è Angel O’Hara e non è esattamente quello
che sembra. Attraverso i suoi occhi verdi,
Un antico legame
forgiato nel sangue e nell’odio dei rispettivi padri ha permesso a Lilith di
prendere nuovamente il controllo di Angel, che ora è totalmente inconsapevole
di non essere solo un agente di Lilith, ruolo che Angel ha accettato temendo
per l’incolumità del suo unico figlio, ma anche il corpo ospite di una delle
vampire più pericolose al mondo.
Lilith ha uno scopo
ben preciso: scovare e distruggere la sua omonima,
Per lungo tempo
questa donna, se così vogliamo chiamarla, ha camminato nuda nel freddo e nel
vento della tempesta artica senza sentire il gelo o curarsi della peggiore
tempesta che i Territori di Nordovest abbiano mai visto, una tempesta
alimentata dal suo stesso potere. La sua marcia verso il sud è proseguita
lasciando a segnarla una scia di cadaveri e di misteri che resteranno insoluti
per molto tempo, forse per sempre. Al suo fianco il Wendigo la segue come un
cagnolino.
Lo stretto di Bering
non è un ostacolo per lei: le acque si ritraggono al suo passaggio, come
timorose della sua sola presenza, ed i suoi piedi scalzi toccano infine il
suolo dell’Asia.
D’un tratto
-Salute a
te, Ardat-Lili. Ho un compito per te. Ci sono uomini e donne nella terra che fu
il nostro terreno di caccia che pensano di potersi opporre a me. Mostra loro la
follia dei loro intenti.-
-I tuoi
desideri sono ordini per me, mia signora.- risponde il demone sorridendo sinistramente -Per quando ci rivedremo, nella terra che fu nostra dei tuoi nemici
saranno rimaste solo le ossa. –
Il
demone scompare e colei che ha nome Lilith sogghigna soddisfatta.
3.
Quanto
tempo è passato Kate Fraser non saprebbe dirlo. Prova a muoversi e parlare, ma
scopre di non poterlo fare. Con grande sforzo riesce ad aprire gli occhi e
vede, chino su di lei il volto di Deacon Frost
-Mi dispiace Fräulein Fraser, avevo altri
progetti per lei, ma l’agguato dei suoi colleghi poliziotti mi ha costretto a
modificarli. Le ho iniettato un blando composto che la terrà paralizzata ancora
per un po’, una giusta precauzione nel caso si fosse risvegliata troppo presto.
Lei è un’avversaria troppo pericolosa per permetterle di continuare a vivere.
D’altra parte sarebbe stato un peccato ucciderla semplicemente. Il fato che ho
scelto per lei qualcuno lo chiamerebbe crudele ed inumano, ma dopotutto… io
sono crudele ed inumano. Tra qualche tempo, forse, tornerò a farle visita… mi chiedo
cosa troverò, quando riaprirò questo coperchio… se lo riaprirò.-
Con
queste ultime parole Frost cala un pesante coperchio sopra di lei e Kate si
ritrova nel buio, sola… o forse no.
Mentre
pian piano il suo corpo riacquista sensibilità sente qualcosa di viscido
toccarla. Dovunque sia il luogo in cui l’ha rinchiusa Frost c’è un odore
nauseabondo, un odore che non le è del tutto nuovo, odore di cose morte e
decomposte. Mentre i suoi occhi cominciano ad abituarsi all’oscurità, Kate
comincia a comprendere la tremenda verità. Quello che le sue dita stanno
toccando in questo momento non è altro che un cadavere putrefatto. Frost l’ha
rinchiusa in una vecchia bara. L’ha letteralmente sepolta viva.
Mentre
la comprensione del suo fato la raggiunge, Katherine Fraser non può far altro
che urlare… ed urlare… ed urlare.
A
molti chilometri e tre fusi orari più ad est, Frank Drake si sveglia nella sua
tenda, madido di sudore. Ciò che ricorda del sogno che ha appena fatto è solo
un’oscura sensazione di pericolo e qualcuno che stava urlando o ridendo o forse
entrambe le cose. Si tocca istintivamente la mano sinistra, là dove porta
l’antico anello dei Dracula. Per un attimo gli era sembrato che brillasse e
scottasse, ma ora anche quella sensazione è passata.
Ormai pienamente
sveglio Frank si alza dalla sua branda e si ferma sulla soglia della tenda
osservando il panorama. Cupi pensieri gli attraversano la mente. Per l’ennesima
volta si chiede quale distorta forma d’orgoglio lo abbia condotto sin qui
invece che restare a Londra assieme a suo figlio, poi ogni pensiero è
scacciato, quando vede la sabbia turbinare mentre non c’è un alito di vento e,
quasi dal nulla, formarsi una figura: quella di un gigante praticamente nudo,
dalla pelle violacea, le orecchie a punta e zanne al posto dei denti. La
creatura punta il dito su di lui.
-Tu!- esclama con una voce
che sembra venire dall’oltretomba –Tu sei il
nemico e devi morire… in nome della mia signora!-
Frank
lo vede scattare e prima di poter dire o fare qualsiasi cosa si ritrova gli
artigli del demone al collo. Con tutta la forza che riesce a trovare in se,
Frank gli afferra il polso e contemporaneamente cerca di spingere lontano il
viso della creatura.
-Sei molto
forte per essere un umano… o forse è la disperazione spingerti? Mi piace quando
le mie prede lottano e non cadono preda del terrore alla mia vista. Il tuo
destino è comunque segnato, rassegnati.-
-Mai!- è la secca risposta di Frank, mentre
sferra una ginocchiata all’inguine della creatura… senza ottenere risultati
apprezzabili… a parte una risata sinistra.
-Io non sono
un comune mortale e dei mortali non ho le debolezze… ed ora muori!-
-Forse è…ancora presto… per questo.- replica
Frank, esattamente un attimo prima che qualcosa colpisca il suo nemico
facendogli perdere la presa.
Mentre
Frank ricade a terra, Hannibal King, appena sopraggiunto, continua a colpire il
demone.
-Nemmeno io sono un comune mortale.- afferma.
-Un vampiro
ribelle? Tu non sei niente per me, niente!-
Come fosse una bambola di pezza King è
sbattuto via con un colpo che avrebbe facilmente staccato la testa ad un uomo
comune.
Nel
frattempo anche gli altri componenti del gruppo di Drake, attratti dal rumore
della lotta, si sono radunati sullo spiazzo davanti alla tenda del loro capo.
Sia
Blade che N’Kantu,
-Io sono
Ardat-Lili.- proclama
la creatura –Figlio, fratello e sposo di colei che era prima di
tutti. Ero già vecchio, quando queste terre erano giovani e voi non potete
fermarmi, io vi squarterò dal primo all’ultimo e banchetterò con le vostre
carni.-
-Non se riusciremo ad impedirtelo.- replica
Fratello Voodoo, mentre al suo fianco si pone Marie Laveau. Al ritmo di tamburi
invisibili
Ardat-Lili
si agita come preda di una scossa elettrica, cade in ginocchio, ma subito
comincia a rialzarsi.
-No!- urla –Io sono Ardat-Lili e non sarò fermato.-
Ora è di nuovo in piedi e fissa con occhi
pieni d’odio i due sacerdoti Voodoo. La voce di Marie si fa più frenetica ed il
ritmo dei tamburi aumenta d’intensità.
Ardat-Lili
cade ancora e di nuovo si rialza… e ancora... e ancora.
-Io… non
sarò fermato!-
E
quelli che gli stanno davanti cominciano a temere che sia proprio così.
Deacon
Frost avanza nella parte più antica del cimitero di Highgate a Londra. Sorride
soddisfatto, ma il suo sorriso si spegne, quando si ritrova circondato da una torma di vampiri, coloro che si considerano i
legittimi abitanti di quella parte di cimitero.
Frost
li osserva: alcuni di loro hanno anche nell’aspetto ormai ben poco degli esseri
umani che una volta erano. Anche i vampiri hanno una scala sociale e coloro che
sono più in alto mantengono sempre una parvenza di umanità, gli altri sono solo
feccia, nulla senza un capo branco che li guidi con mano ferma.
-Tu…- dice uno dei vampiri, la cui apparenza
è quella di un cadavere ambulante –Tu non appartieni a questo posto, vattene.-
-Si, vattene, Frost, prima che
A
parlare è stata una vampira dai lunghi capelli biondi e dal volto parzialmente
sfigurato, al cui fianco c’è un’altra vampira, più giovane, con i capelli
anch’essi biondi, ma tagliati corti.
-Me ne sto andando.- replica, tranquillo,
Frost -Voi potete provare ad affrontarmi oppure farvi da parte e lasciarmi
passare. Sempre che crediate di potercela fare contro di me, s’intende.-
Il
silenzio cala fra l’uditorio.
-Sei molto sicuro di te, Frost.-
-Lo sono perché so quanto valgo. E quanto a
lei, Fräulein Hastings… le consiglio di lasciare il campo assieme alla sua
compagna e cercare prede più facili di questo vecchio vampiro.
C’è
qualcosa nel tono della voce di Deacon Frost che fa esitare Alice Hastings, poi
la donna prende per mano Penelope Clayborne ed insieme le due vampire si mutano
in pipistrelli che svaniscono nella notte.
Gli
altri vampiri si spostano facendo ala a Frost, che in breve raggiunge il
cancello di Highgate e si muta in nebbia scomparendo alla vista.
4.
Nelle
terre che un tempo erano chiamate Mesopotamia un orrore antico avanza. Dopo
millenni di prigionia il demone chiamato Ardat-Lili brama le sue prede.
-Ci avete
provato, ma non potete fermarmi.- proclama il demone.
-Loro forse non possono, ma noi potremmo
riuscirci.-
Al
suono di quella voce maschile Ardat-Lili si volta. Ciò che vede sembrerebbe
strano ad occhi diversi dai suoi. Poco distante è fermo un cocchio trainato da
due cavalli i cui occhi mandano letteralmente fuoco e fiamme. Poco discoste dal
cocchio stanno due figure illuminate sinistramente dalla luna. L’uomo, quello
che ha parlato, ha i capelli rossi, indossa solo i pantaloni di una calzamaglia
rossa ed aderente, sul petto nudo è inciso un pentacolo. Con entrambe le mani
impugna un tridente color dell’oro. Il suo volto è quasi invisibile alla luce
lunare: si vedono solo le pupille rosse ed i canini appuntiti. La donna accanto
a lui ha pure lei i capelli rossi, lunghi e che le ricadono lungo la schiena.
Indossa una tunica vermiglia aderentissima, chiusa sul collo, ma con una
scollatura che la lascia scoperta sino all’ombelico e sui fianchi. Anche il suo
volto è parzialmente in ombra e nell’ombra la luce lunare riflette le sue
pupille rossastre ed i canini appuntiti.
Nel
vederli, senza sapere bene perché, per la prima volta quella notte Ardat-Lili
sente vacillare le sue certezze.
-Voi… cosa
fate qui?- chiede.
I
due non rispondono, ma si stringono per mano, mentre l’uomo punta il tridente,
dalle cui punte esce un raggio di energia esoterica che colpisce il demone, che
vacilla in preda ad un improvviso dolore.
-No!- urla –Non vi permetterò di impedirmi di fare quello che devo fare!-
Balza
addosso ai due nuovi arrivati, ma il potere emanato dal tridente lo respinge
facendolo cadere in ginocchio. Ora che è più vicino può osservarli meglio ed un
lampo di comprensione brilla nei suoi occhi.
-Voi…
appartenete alla Stirpe… dovreste essere alleati con me contro questi patetici
umani.-
-Ammetto di averci fatto un pensierino…-
risponde la ragazza con un sorriso di scherno -… ma per stanotte… niente da
fare.-
Più
rapido di quanto l’occhio umano possa seguirlo, il suo compagno traccia con il
tridente un cerchio nel terreno intorno ad Ardat-Lili e vi iscrive alcuni
simboli, poi gli si rivolge con voce dura:
-Ti ordino di lasciare questo luogo. Non c’è
posto qui per te. Vattene!-
Ardat-Lili
è improvvisamente avvolto dalle fiamme e con un urlo raccapricciante scompare,
mentre le fiamme svaniscono ed all’interno del cerchio rimane solo della sabbia
annerita su cui si stagliano, iscritti col fuoco, simboli indecifrabili.
-L’hai ucciso?- chiede Frank Drake.
-Purtroppo quelli come lui si possono solo
bandire nei regni infernali, ma prima o poi, se evocati nel giusto modo,
tornano sempre.-
-Ti… vi ringrazio tutti e due, comunque, per
l’aiuto tempestivo.- replica Frank, poi si rivolge agli altri presenti –Per chi
non li conoscesse, questi sono Daimon Hellstrom, demonologo ed esorcista e sua
sorella, che risponde al simpatico nome di Satan, che è… sacerdotessa di Satana
o qualcosa di simile, giusto?-
-Si… possiamo dire di si.- risponde la
ragazza sempre sorridendo.
-Tra le altre cose, dicono di essere figli di
Satana e pare che intendano proprio quello della Bibbia.-
-Beh… è un’iperbole, giusto?- chiede un po’
turbato il giovane Arthur Holmwood, erede del titolo di Lord Godalming –Non
siete davvero i figli del Diavolo, non potete esserlo.-
-Se è questo che preferisci credere,
ragazzo…- replica sprezzante Daimon Hellstrom -… continua pure crederlo, se ti
fa star meglio.-
Satan
Hellstrom si ferma davanti al giovane nobile inglese e gli rivolge uno sguardo
divertito, specie quando nota gli effetti che ha su di lui il suo
abbigliamento.
-Un bel ragazzo… magari potremmo vederci da
soli più tardi. Potrei insegnarti una o due cosette sul Cielo e l’Inferno… e su
altro ancora, se ti va.-
Il
volto di Arthur diventa color porpora. Per un lungo istante i suoi occhi si
perdono in quelli di Satan. Ora non gli sembrano più rossi, ma non riesce a
decidersi se sono neri come la notte o verdi come il mare, com’è possibile? Il
suo sorriso è seducente. Se prima gli sembrava che avesse dei canini allungati
come quelli dei vampiri, ora mostra dei denti bianchissimi e perfetti. È
bellissima, pensa Arthur, bellissima. Quasi non sente la sua stessa voce che
comincia a parlare:
-Si… io…-
Improvvisamente
una mano che gli stringe con vigore la spalla destra lo strappa ai suoi sogni
ad occhi aperti, la mano di Charles Seward.
-Lascia stare Arthur.- gli dice in tono serio
–Non sarebbe una buona idea.-
Si, sorella, lascia stare il ragazzo.-
interviene Daimon strattonando Satan per un braccio –Non è il caso di… turbare
troppo i nostri nuovi alleati.-
-Uff, Daimon.- sbuffa lei -… Tu riesci sempre
a rovinare il divertimento. Beh, giovanotto, per stanotte niente da fare, ma
magari una delle prossime…-
Si
allontana seguendo il fratello e quando è scomparsa dentro la tenda di Frank
Drake, assieme a quest’ultimo e Daimon, Arthur si volge verso Seward con fare
irritato.
-Chi le ha dato il diritto di intromettersi
nei miei affari, dottore?-
-Qualcosa in lei mi ha ricordato Rachel Van
Helsing e Lilith Dracula.- risponde il giovane anatomopatologo -Può anche non
essere una vampira, ma il suo fascino è… malsano.-
Arthur
sta per replicare, quando s’intromette Fratello Voodoo:
-Il dottor Seward ha ragione: Satana
Hellstrom per metà è un demone ed ha scelto la via del male. Se tu avessi
accettato il suo invito, forse avresti trascorso una notte di passione oltre la
tua immaginazione, ma non è improbabile che domani avremmo ritrovato di te solo
un guscio rinsecchito, senza vita e soprattutto senz’anima.-
Arthur
impallidisce. Dentro di se sa che hanno ragione: l’ha capito non appena l’ha
vista. Ma anche se è davvero la figlia di Satana sarebbe così bello stare con
lei anche solo per una volta, anche a costo di dannarsi l’anima.
A
New York Angel O’Hara sale su un ascensore diretto nell’ufficio di Charles
Blackwater. Mentre le porte si richiudono alle sue spalle la sua coscienza si
annebbia, il suo corpo muta, i suoi stessi abiti cambiano e quando le porte
dell’ascensore si aprono al posto della dolce ragazza irlandese c’è Lilith
Dracula,
Molto
conveniente questo legame che ha con Angel, pensa la figlia di Dracula entrando
nell’ufficio privato di Blackwater. Certo, avrebbe potuto venire a New York di
persona, usando l’alias di Lily Drake, ma non avrebbe avuto un così facile
accesso a Martin Gold e Martin era la chiave di volta per arrivare senza troppi
problemi alla Legione della Notte ed al suo particolare capo. Molto
particolare, perché, come Lilith ben sa, sotto il guscio dell’aspetto di un
avvocato assassinato si cela un... chiamiamolo pure così, se volete... demone
pentito che si fa chiamare…
-Omen… sono lieta di vedere che hai assunto
la tua vera forma per parlarmi.-
Il
nero demone si avvicina a Lilith:
-Bando ai convenevoli,
figlia di Dracula.- replica
-Hai voluto incontrarmi per sapere se
-Bene.- è la secca risposta di Lilith
–Aspettare di più sarebbe controproducente per la…la nostra causa.-
-Sai
chiaro, però, che non permetteremmo come tuoi sudditi, bensì come uguali e ti
avverto: un solo accenno di tradimento e sarai spacciata.-
-Stai tranquillo, non è nel mio interesse
tradirvi.-
Non prima che la
nostra comune nemica sia sconfitta, almeno, pensa Lilith, dopo… beh dopo sarà
diverso, molto diverso.
-Ora scusami.- dice –Il viaggio sarà lungo ed
ho bisogno di nutrirmi bene.- un sorriso maligno si forma sul volto di Lilith
–Non lo trovi divertente, Omen? Hai giurato di fermare quelli come me, ma oggi
mi lascerai predare gli innocenti solo perché hai bisogno di me. Forse non sei
così redento come vuoi far credere o credi tu stesso.-
-Puoi andare, Signora
dei Vampiri. Ci rivedremo alla partenza.-
Ha
appena finito di parlare che Lilith è già scomparsa. Mentre assume la forma di
Charles Blackwater, Omen guarda fuori dalla finestra e vede un pipistrello
volar via verso l’orizzonte. Si morde il labbro inferiore: Lilith ha ragione:
pur di vincere non gli importa degli innocenti? Dovrà pensare a lungo al
riguardo.
Solo
nella sua tenda, Frank Drake si toglie la sahariana e rimane a petto nudo. Si
deterge il sudore e si sciacqua il viso con l’acqua di una bacinella, poi si
versa un bicchiere di whisky di malto che beve con avidità e rapidità. Ancora
una volta è vivo, pensa, è sopravvissuto ad un attacco soprannaturale. Le donne
che ha amato sono tutte morte e lui invece è ancora qui. Forse c’è davvero un
genio che lo protegge. Un genio malefico, naturalmente, perché lui appartiene
alla stirpe di Dracula e nulla di buono può venire da quelli come lui, non è
forse vero? Anche per suo figlio è previsto un destino di solitudine, una vita
passata a dare la caccia a mostri in cui nessuno in questo mondo così razionale
crede più?
-Maledizione!- grida, scagliando il bicchiere
contro una delle pareti della tenda. Un gesto puerile, se ne rende conto lui
stesso.
-Che spreco.- è il commento sprezzante della
donna che sta ferma sulla soglia della tenda: Satan Hellstrom.
Aveva
sentito su di se l’intensità dello sguardo della Figlia del Diavolo mentre
prima, con lei e suo fratello discutevano dei rispettivi piani. Lo sguardo di
un predatore per la sua preda o…?
-Cosa vuoi?- le chiede.
Satan avanza all’interno della tenda.
-Non è da un uomo come te essere così
sgarbato.- dice.
Si ferma davanti a
lui e lo fissa dritto negli occhi. Frank sostiene lo sguardo e rimane
impassibile Lei sorride
–Solo pochi uomini e donne sono capaci di
fissarmi negli occhi senza abbassare i loro, prima o poi. A quanto sembra tu
sei un uomo speciale, Mr. Drake.-
-Te lo ripeto: cosa vuoi da me?-
-Non dormirò sola stanotte.- replica con
schiettezza Satan -Voglio un uomo... ed ho scelto te.-
-Sono lusingato, ma…-
-Non accetterò un no come risposta.-
In
un lampo il costume di Satan giace ai suoi piedi e lei lo scalcia via con
noncuranza. Frank la guarda e si lascia sfuggire un sorriso. Ha avuto
esperienze molto peggiori del far l’amore con la figlia di Satana in persona,
pensa, correrà il rischio.
In
breve anche lui è completamente nudo ed entrambi si baciano, si toccano ed
infine rotolano sulla branda, prede di una bramosia sessuale senza freni o
limiti… e senza pensare alle conseguenze.
5.
La seconda notte volge al termine, ormai, e
tu rientri al campo dopo una corsa selvaggia in cui hai dato sfogo al tuo io
più represso. Sei Lissa Russell ed appartieni ad un’antica famiglia, vittima di
una tremenda maledizione: sei un licantropo e, come ha fatto tuo fratello[4]
prima di te, devi imparare a convivere con questo fatto e stai appena
cominciando a farlo.
Rientri
nella tua tenda e con un apparentemente semplice sforzo di volontà riassumi la
tua forma umana, il medaglione datoti da Marie Laveau, funziona davvero, a
quanto pare. Indossi immediatamente una vestaglietta lasciata appositamente per
coprire il tuo corpo, nudo dopo la trasformazione. Dopotutto sei una donna
civilizzata ed hai un certo pudore riguardo il mostrarti nuda, quando non
sembri un lupo antropomorfo.
Stanca
ti sdrai sulla tua branda e fissi il disco lunare, o almeno quel che riesci a
vederne attraverso l’apertura della tenda. È così che si sentiva Jack, pensi,
terrorizzato ed al tempo stesso affascinato? Una parte di te vorrebbe essere un
lupo per sempre, ed un’altra ne ha paura. Davvero puoi tenere a bada la belva
che risiede in te? Tuo fratello ci è riuscito e l’ultima volta che vi siete
incontrati ti ha parlato di un vero e proprio Popolo, con le sue regole e le
sue leggi. Ma davvero vorresti vivere separata dal resto dell’Umanità,
rinunciare alla tua umanità? Che Dio ti aiuti, non lo sai.
Da
quanto lo stanno facendo nessuno dei due saprebbe dirlo: un secondo od
un’eternità, sempre troppo poco per la sfrenata figlia del Diavolo. Dicono che
l’appetito sessuale dei demoni sia inestinguibile, forse è vero anche per i
mezzi demoni.
Satan
ora è a cavalcioni sopra Frank Drake. Le sue unghie gli graffiano il petto. Si
china su di lui e lo bacia con furia, un bacio che sembra non finire più, un
bacio che le vittime di Satan hanno conosciuto bene, un bacio con cui Satan ha
strappato via la loro anima, suggendola come un’ape fa con il nettare di un
fiore.
Stavolta,
però, qualcosa non va: il potere di Satan non funziona, l’anima di quest’uomo
non esce dalle sue labbra sotto forma di farfalla come sempre accaduto e lui
non avvizzisce e muore… piuttosto, la guarda e… e non è più Frank Drake, ma un
uomo dal volto aquilino, i capelli neri come pure i baffi ed il pizzetto, gli
occhi rossi come il fuoco e le labbra stirate in un sorriso maligno che lascia
scoperti i canini appuntiti.
-Cosa c’è, figlia di Satana?- dice l’uomo con
voce ironica –Non ti piace aver scoperto che non puoi rubare l’anima a chi ne è
privo?-
Colta
di sorpresa Satan fa un istintivo balzo all’indietro…
…
e si ritrova a sedere sulla branda, con accanto un esausto Frank Drake
pacificamente addormentato.
Un
sogno, era solo un sogno. Eppure… per quelli come lei i sogni spesso non sono
semplici sogni... un avvertimento allora? Ma di cosa... e per chi?
Satan
volge lo sguardo verso Frank Drake che continua a dormire ignaro. Lo ammette: è
stata tentata di sottrarre la sua anima, ma è un’idea a cui ha presto
rinunciato. Dopotutto stanotte aveva bisogno di un altro tipo di energia da lui
e solo di quella, per ora almeno.
Si
accorge che è giorno fatto, ormai e si alza. Le ci vuole poco per indossare
ancora una volta la sua calzamaglia aderente. Scruta il sole che è alto nel
cielo. Una parte di lei odia il sole: alla luce del giorno i suoi poteri sono
più deboli e lei detesta sentirsi debole, quasi come una comune umana.
Fuori
dalla tenda c’è suo fratello Daimon. Le viene quasi da pensare che forse è
stato là fuori per tutta la notte.
-Passata una notte piacevole, sorellina?- le
chiede, con una nota di sarcasmo nella voce.
-Più della tua, immagino.- replica lei
allontanandosi rapidamente.
Daimon
getta la sua sigaretta nella sabbia e la spegne col tallone.
-Chi può dirlo?- mormora tra se e se.
Lontano
da lì, qualche ora prima, mentre le tenebre ancora avvolgono la metropoli
londinese. L’ispettore Capo Chelm guida la squadra di soccorso per Katherine
Fraser. Se qualcosa di brutto è capitato a Kate, se Frost l’ha uccisa o peggio
lui non se lo perdonerà mai.
Mentre
l’auto di servizio passa non lontano dal cancello principale del cimitero di
Highgate, ecco che i fari illuminano una figura che corre barcollando in mezzo
alla strada.
.-Kate!- grida Chelm mentre l’auto frena
bruscamente.
L’Ispettore
è il primo a scendere ed a correre dalla giovane donna bionda dagli abiti
strappati. È proprio Kate Fraser, non ci sono dubbi, ed è chiaramente in stato
di shock e ricorda poco o niente di quello che le è accaduto.
-Coraggio, Kate.- la conforta Chelm abbracciandola
–Adesso è tutto finito, è al sicuro.
-Si.- mormora Kate –Sono al sicuro.-
Nessuno
sta osservandole il volto seminascosto dalla spalla di Chelm o noterebbe il suo
sorriso maligno ed i canini appuntiti che le spuntano dalle labbra… come quelli
di un vampiro.
FINE
TRENTUNESIMO EPISODIO
NOTE
DELL’AUTORE
Fine
di un altro episodio che ci porta sempre più vicini allo scontro finale tra
1)
Innanzitutto
una precisazione: il titolo può essere ingannevole, ma questa è una serie
corale, con una pluralità di protagonisti le cui storia spesso s’intrecciano e
talvolta scorrono parallele. Frank Drake ed i suoi cacciatori di vampiri,
discendenti dai personaggi del libro “Dracula” di Bram Stoker; la squadra
antivampiro dell’Ispettore Chelm e Kate Fraser; Lilith Dracula ed i vampiri
della sua corte, Deacon Frost e gli altri vampiri ribelli al dominio della
figlia di Dracula, sono, a loro modo, attori di un teatro dell’orrore, che vede
nelle brumose Isole Britanniche il suo palcoscenico principale, anche se non
l’unico.
2)
Non
credo sia il caso, ma per scrupolo lo faccio ugualmente: sebbene il suo nome
originale sia Satana, con la a finale (e apre che sia davvero il suo nome,
mah!), io ho adottato la convenzione stabilita dalla Corno di chiamarla Satan,
per non confonderla con il padre (che in Inglese ha nome Satan, ma pensa un
po’. -_^)
3)
Incidentalmente
parlando io seguo una mia personale teoria per cui il Satana padre di Daimon e
Satan è effettivamente il Satana biblico e credo anche che tutti i vari Re
dell’inferno, compresi Mefisto e Satannish, quale che sia il loro aspetto o
nome usato, siano, in realtà nient’altro che aspetti della stessa Entità
soprannaturale, che a me fa piacere credere essere il famigerato Angelo Caduto.
Liberissimi voi di pensarla diversamente. -_^
Nel prossimo episodio: Lilith arriva
a casa, un'altra Lilith, accompagnata dalla Legione della Notte, la raggiunge
ed i due schieramenti si completano con nuovi arrivi da entrambe le parti,
mentre il confronto si fa imminente e qualcuno si prepara a tradire… ma chi? In
più: cosa è davvero successo a Katherine Fraser?
Carlo
[1]In Midnight Sons Unlimited #4
(Ghost, Marvel Italia, #17).
[2] In seguito ad eventi narrati, ma non spiegati, su Midnight Sons MITA #9.
[3] Un riferimento un po’ distorto ad eventi accaduti nell’episodio #19.
[4] L’ormai mitico Jack Russell, protagonista della serie Werewolf by Night, meglio noto in Italia come Licantropus.